domenica 20 settembre 2009

V per Benndetta

Per ribellarsi occorrono sogni che bruciano anche da svegli, occorre il dolore dell'ingiustizia, la febbre che toglie all'uomo la malattia della paura, dell'avidità, del servilismo. Per ribellarsi bisogna saper guardare oltre i muri, oltre il mare, oltre le misure del mondo. La miseria dell'uomo incendia la terra ovunque, ma è un fuoco sterile, che cancella ed impoverisce. E' un fuoco che odia ciò che lo genera, è cenere senza storia. Saper bruciare solo ciò da cui poi nascerà erba nuova, ecco la vera ribellione.

[Stefano Benni]

Ho appena finito di leggere La Grammatica Di Dio. Il solito Benni, nostalgico ed ironico. Poi ho visto V per Vendetta, su Italia Uno. E lo hanno visto altre migliaia di persone. Mi domando e dico: NON AVETE TROVATO NESSUNA ANALOGIA TRA IL REGIME NEOCONSERVATORE DI ADAM SUTLER E LE BAGIANATE CHE CI RIFILANO PER DEMOCRAZIA DA DIECI ANNI A QUESTA PARTE? Nessuno si è posto la domanda CI ARRIVEREMO ANCHE NOI? Chi ha visto questo film si è inebetito come nella visione di un filmetto di serie B?
Non so più cosa pensare.
Stefano Benni è per gli appassionati, V per Vendetta per tutti. Esprimono le stesse idee, ma non hanno lo stesso grande impatto. Che la società moderna sia troppo pigra per seguire le righe di un libro piuttosto che limitarsi ad osservare scene che scorrono da sole sullo schermo?

domenica 19 luglio 2009

Shoefiti e Street Art



Finalmente svelato il mistero dello «shoe­fiti casertano» (le scarpe vo­lanti in technicolor che penzo­lano dai cavi elettrici sulle strade della città) e dei sema­fori di alcuni incroci cittadini con le luci trasformate, quella rossa in forma di cuore, e quella verde in foglia di ma­rijuana. Gli autori di entram­be le fantasiose installazioni che hanno incuriosito i caser­tani sono alcuni ragazzi ade­renti al un nuovo e, almeno fi­nora, sconosciuto Movimen­to attivisti artisti scalzi (maas) I giovani «artisti scal­zi » sono finalmente usciti allo scoperto, ma non troppo (pre­feriscono, infatti, rimanere nel più assoluto anonimato: inutile ogni tentativo di incon­trarli o di parlare direttamen­te con loro) per spiegare il senso della loro azione e per evitare interpretazioni tanto fantasiose quanto scorrette e lo fanno attraverso il sito del Laboratorio sociale Millepiani di Caserta.

«Siamo tre casertani doc, tra i 20 e i 22 anni. Non vi di­ciamo nulla di più — dichiara­no a Valentina Sanseverino che ha raccolto le loro dichia­razioni pubblicate, appunto, sul sito del Laboratorio — vo­gliamo restare nell’anonima­to, non per il timore di un’azione legale: non credia­mo che sia pericoloso o vieta­to quello che facciamo. L’ano­nimato vuole rappresentare la dimensione collettiva delle nostre azioni, la volontà di agire come cittadinanza atti­va per dare una dimensione più artistica e 'colorata' alla nostra città». Quindi racconta­no come è nata l’esperienza. «È accaduto all’inizio di mag­gio. Conoscevamo lo shoefiti per averlo visto in giro per il mondo ma l’idea di farlo a Ca­serta non ci aveva sfiorato. Poi un giorno Ivan (un ami­co) è finito con la scarpa in un secchio di vernice e da lì..l’illuminazione. Le prime scarpe le abbiamo comprate usate al mercato, poi abbia­mo iniziato a procurarcele in altri modi, ma questa è la par­te più difficile. Ci servono al­tre scarpe, molte altre…Stia­mo collaborando con il Labo­ratorio Sociale Mille Piani di Caserta, che ha aperto per noi uno spazio di raccolta non so­lo di materiale ma anche di nuove idee. Siamo aperti a suggerimenti e proposte, da comunicarci alla mail m.a.a.s@email.it».

Smentisco­no, quindi, qualsiasi implica­zione commerciale del loro ge­sto. Nessuna trovata pubblici­taria, né un segnale conven­zionale per indicare — come, invece, si legge su alcuni siti internet che cercano di spiega­re il fenomeno a livello mon­diale — una piazza di spaccio, o un modo per celebrare un imminente matrimonio o la fi­ne di un corso di studi, quan­to, piuttosto, «una forma di ri­valutazione degli spazi urba­ni ». «A Caserta — sottolinea­no i tre giovani — l’arte di strada non esiste, perciò sia­mo contenti che molti ci stia­no scoprendo: speriamo che anche altri si uniscano a noi e tirino fuori il loro 'lato artisti­co' per contribuire a rendere la città più allegra». Spiegata anche la «dinamica del lan­cio ». Procurate le scarpe, ven­gono colorate con le bombo­­lette, quindi si individua il luogo dove posizionarle che, però, non è casuale ma, spie­gano, «segue quasi lo schema di una psico geografia urba­na: le strade sono scelte per­ché zone di passaggio, perché rivalutate dalla ztl o perché semplicemente sono punti della città che amiamo. Quin­di, una volta sicuri che le scar­pe volanti non creino disagio, avviene il lancio, che è la par­te più divertente» sottolinea­no.

Ma gli interventi del movi­mento per vivacizzare l’imma­gine di Caserta non finiscono qui. «Abbiamo iniziato un’istallazione artistica, un cuore e una foglia di marijua­na, ai semafori: per ora — di­cono — sono solo tre a San Leucio, via Caduti Sul Lavoro e Ercole, ma abbiamo un ma­gazzino pieno di idee e proget­ti per rendere Caserta più sim­patica e vivibile. Comunque abbiamo già raggiunto il no­stro primo obiettivo: far alza­re la testa ai casertani». Una finalità apprezzabile che, evidentemente, non è sta­ta abbastanza compresa né condivisa. Sono state, infatti, rimosse le «shoefiti» di via Unità d’Italia: delle 11 paia che penzolavano fino a qual­che giorno fa, ne è rimasta so­lo una. Un intervento che i ra­gazzi temono essere «l’ennesi­ma forma di repressione nei confronti di una nuova arte urbana, non convenzionale e non commercializzata, libera, segno della volontà di espri­mere la voce di una cittadi­nanza attiva, spontanea, vi­va ».



Dal Corriere del Mezzogiorno



Una vana speranza di cambiamento sta sfiorando le giovani menti... forse la rivoluzione sta arrivando.

lunedì 13 luglio 2009

Eccomi!!!

Salve a tutti. Mi chiamo Luigi, ho 22 e sono di Avellino. Ringrazio vivamente Valeria, in arte Vix, per avermi invitato a collaborare a questo blog molto interessante. Un' ottima idea quella di raccogliere i propri pensieri, considerazioni, poesie, insomma tutto ciò che passa per la mente. Spero che il mio modesto contributo vi sia di gradimento per la crescita di questo spazio culturale, e non solo. Un saluto a tutti.
Tarallane :)
Luigi

venerdì 26 giugno 2009

Buonanotte

Ciao.

Mi sono svegliato nel bel mezzo della notte sapendo che, se avessi ricevuto un tuo SMS, avrei letto ciò che ho letto (per questo ti ho scritto di farmi sapere). Anche se in cuor mio speravo di no, sono comunque troppo sensibile (questo sì, nel senso più vasto del termine, e mi fa soffrire molto) per non capire ciò che stava avvenendo.

Capisci ora i miei (ripetuti) discorsi sulla libertà nell'amore? tu non sei libera. E quindi non puoi amarmi. Io capisco tutte le tue ragioni, non ho bisogno che me le adduca. Vorrei solo che, per te, non per me, guardi nel tuo cuore e capisci bene la tua situazione in maniera definitiva. Non aggiungere sofferenza alla sofferenza. Sii chirurgica con me. Tanto io posso tornare ad essere quello che veramente sono: una voce chiusa in chissà quale scrigno lontano, o un oscuro mezzo per arrivare a chissà che cosa (è così che le persone mi hanno sempre trattato). Tutto quello che ti ho detto e ti ho scritto l'ho pensato sul serio e l'ho provato.

Chi ti dice che non fossi io la persona che aveva veramente bisogno di te e non viceversa? Non lo puoi dire. Ho investito tutto quello che avevo con te. Il tempo, i sentimenti, mi sono dedicato. Forse ho sbagliato. Cerco di rassenerarmi e arginare la cocente delusione che va costruendosi dentro di me.

E non dirmi che faccio male. Faccio bene perché sì, la mia solitudine endemica mi ha fatto amare (nel senso vero della parola) una persona che non ho nemmeno visto. Che mi è stata vicino con quel poco molto e molto di più di quanto mi siano vicino gli altri. Sono francamente molto sfiduciato e anche abbastanza depresso ora. Ma non è colpa tua, è colpa mia. Tu hai fatto quello che dovevi fare. Sono io che non so come ci si comporta; sono per l'appunto un credulone e un sempliciotto.

Ora vado a dormire. Io non sono confuso, tu sì. Direi che non sono il tipo di persona che in questo frangente può essere accomodante e consigliarti; c'è un conflitto d'interessi molto forte. Io penso quindi sia meglio che tu risolva prima la questione dentro di te se vuoi parlare con me. Questo sia da lezione. Ma non a te, a me. Ripeto: tu non hai sbagliato, sono io che mi faccio male da solo come un cretino. In fin dei conti per te cosa sono? Una vocina flebile flebile, una presenza impalpabile, eterea, quasi un fantasma no? E allora come un fantasma vado a lamentarmi e a sbattere le catene nel buio della notte. E come i fantasmi mi dispero sì, per conto mio, in solitudine, senza la volontà di tormentare o impaurire alcuna persona.

Buonanotte.

giovedì 4 giugno 2009

Tristezza imposta

Quando il Dandy muore, fuori nasce un fiore.

Ho voglia di vivere. Fuori di qui. Volevano un testo. In saletta con i Dandruff. Eccolo, solo per voi.

Rubate i miei desideri
State vivendo i miei sogni
Ho perso l'entusiasmo
Vorrei solo andare via.

Un rumore frastornante
Esalta i pensieri bui
In questo caos, controcorrente
Continuo il mio viaggio

Non so se è giusto
Non ne capisco il senso
Solo rumori
Ed ali spezzate.

Nostalgia di dolci ferite
Solcate sul mio corpo
Come briciole di pane
Che lascio sul mio cammino.

Caldo come la neve
Tranquillo come la tempesta
Continuo a chiedermi
Dove andrò.

Le mie armi continuano a cadere
Lasciando sull'asfalto proiettili e rimorsi
Ho solo voglia di sapere
Dove andrò.


Volevate un testo, lo avete avuto. Forse non è sul genere, ma è il meglio che posso fare. Sono felice e scrivo solo quando sto male. Sono stata male solo per voi. Tenetevi il risultato, benchè merdoso.

venerdì 22 maggio 2009

Santa pazienza, dove sei quando c'è bisogno di te?
Il punto non sta nel trovare le persone pure. Il punto è nel realizzare che queste non lo saranno per sempre... è dura.

martedì 7 aprile 2009

Conversando

Copio qui una conversazione via messenger, avuta con un'amica. Mi sembra interessante, da condividere, e possibile fonte di spunti di discussione. Perdonate il linguaggio, non sapevo che le mie parole sarebbero diventate di pubblico dominio.

Io sono Mr Wiggles; l'altra, è la mia amica.


a proposito: la bocconiana? (giusto per farmi una forchettata di cazzi tuoi...)
Mr Wiggles scrive:
*un cazzo
*queste cose come nascono così passano
.CollapseGirl. scrive:
*'naggia
Mr Wiggles scrive:
*ma tranquilla, non me ne fotte un cazzo
*ho desunto che mi farà chiavare
*ma più di tanto no
.CollapseGirl. scrive:
*ufffa, che palle...ma dove sono finite le ragazze facili?
*(8) le ragazze serie non ci sono più: toccano il sedere dandoti del tu...
*dove sono!?
*cazzo, non so se sia etico o meno, ma quando qualcuno mi piace io divento più facile di 2+2!
Mr Wiggles scrive:
*io pure, io pure
*solo che c'ho il pesce da sotto
.CollapseGirl. scrive:
*ma l'animo di una donnina delicata ciglia-
*hahahahaha
Mr Wiggles scrive:
*aahahah
*io se fossi femmina
*sarei puttana inside
*terrei la fessa spanata
*farei trasire pure i ciucci
.CollapseGirl. scrive:
*mappiantala! che sei candido come un giglio secondo me! guahguahguah!
*diventeresti rossa solo a toccarti un ginocchio, cara la mia giuseppina
Mr Wiggles scrive:
*eh sì
*è vero
*ma quando si tratta e chiavà, per dirla come i senza legge...
.CollapseGirl. scrive:
*ahahahahah
Mr Wiggles scrive:
*valentì
*io dico che le convenzioni sono una brutta cosa
*vince l'amicizia
*poi se vulimm chiavà, chiavamm
*se vogliamo un criaturo, lo facciamo
*ma legami...
*io non sopporterei l'idea di svegliarmi di fianco alla stessa donna per 40 anni
*vederla invecchiare ogni mattina un pò
*come cazzo faccio?
.CollapseGirl. scrive:
*non lo so, giuse... per me è diverso
*le convenzioni, per carità, nemmeno io
*i legami, invece... io li temo, sì, e li fuggo anche
*ma ne ho bisogno
*e li desidero
*l'amicizia mi ha tradita più dell'amore
*e veder invecchiare una persona ogni giorno un po', insieme a me, non mi dispiacerebbe
*mi piace l'idea di poter scegliere di appartenere a qualcuno, dato che non sono il tipo di donna che si può comprare
Mr Wiggles scrive:
*a me piace moltissimo
*l'idea di poter appartenere a me stesso
*e di disporre di me come credo
*non sono per le unioni...
*anche se l'amore è un'altra cosa
.CollapseGirl. scrive:
*io non so se sono in grado di spiegarti il concetto che c'è nella mia testa: appartenere a qualcuno per propria scelta, senza che questa persona ti possieda mai... non so se mi sono spiegata meglio
*nemmeno io sono per le unioni al momento
*però...
*so che tornerò sui miei passi
*l'amore è sempre un'altra cosa, si sa
Mr Wiggles scrive:
*alla fine vale
*possiamo fare tutti i costrutti del mondo
*ma i cazzi so due
*o appartieni a qualcuno, o no
*non c'è scelta diversa
.CollapseGirl. scrive:
*non credo
*cioè
*io non sono affatto favorevole all'idea che le persona hanno dell'amore oggi come oggi, ho una mia visione della cosa
*che temo non verrà mai condivisa appieno da un altro bipede di sesso opposto al mio
*io sono per due individualità da condividere
*non due individualità che si saccheggiano e si impoveriscono a vicenda
Mr Wiggles scrive:
*ripeto il concetto
*sono parole molto belle
*ma parole
*la realtà è fatta d'altro
.CollapseGirl. scrive:
*lo so, lo vivo sulla mia pelle
*ma le mie parole non sono vuote
*esprimono ciò che vorrei davvero
*altrimenti la solitudine, proprio come ora
Mr Wiggles scrive:
*è fatta di loffe tirate sotto le coperte, di tubi del dentifricio stappati, di cazettini sul pavimento, di piatti da lavare, di assorbenti che appilano il cesso, di femmine che la mattina si scetano e parono la nonna loro, di maschi che pensano solo al pallone e alle zizze della parietti
*io in questo schifo non ci voglio vivere
.CollapseGirl. scrive:
*ahahah! è vero!
*e nemmeno io lo voglio
*queste cose per me, sono fuori dal mio concetto
*è una realtà che ho sempre fuggito ed evitato, finora
*io non ho un'idea così romantica come credi dell'amore, giuse
*(dipende molto anche da chi ci si sceglie, comunque)
Mr Wiggles scrive:
*non lo so...
*ma le cose che ho scritto
*sono buona parte di quell'amore di cui mi parli
.CollapseGirl. scrive:
*no
*sono buona parte dell'amore che vivono la maggior parte delle persone che conosciamo tu ed io
*io ho avuto esperienze molto diverse da questo
*e io non ti ho parlato di quel tipo di amore
Mr Wiggles scrive:
*ma scusa
*tanto per essere mandato poco poco a fare in culo
*che cazzo significa esperienze diverse?
*tipo dante e beatrice?
.CollapseGirl. scrive:
*ahaahah!
*a prescindere dal fatto che non ti manderei a fare in culo per così poco
*assolutamente no
*sai cosa si evince da questa conversazione: che tra noi due, quello che ha l'idea più romantica dell'amore sei tu
Mr Wiggles scrive:
*sicuramente ho un'idea romanticissima dell'amore
*tanto romantica che è utopica
*quindi irrealizzabile
.CollapseGirl. scrive:
*amo la quotidianità, condividere la quotidianità con qualcuno di cui ti fidi ciecamente, con una personalità che ami e rendi libera
*questo è per me
*mi piacciono anche i rutti e le loffe sotto le coperte
*mi piace anche l'asciugamano del bidet umido
*e mi piace la tavoletta sollevata nel bagno
*e un bicchiere in più nel lavandino
*mi piace ritrovarne la presenza nella mia vita di tutti i giorni
*forse un giorno arriverai a desiderare tante piccole cose
*e capirai cosa cerco di dirti
Mr Wiggles scrive:
*vale la differenza è che
*a te piacciono queste piccole cose
*a me piace non essere cacato il cazzo
*that's all, folks
*io quelle cose carine e simpatiche
*le vedo tutte come un attentato alla mia vita
.CollapseGirl. scrive:
*ahahahah! oh, giuse giuse...
*oggi sono cacamenti di cazzo, domani sono piaceri, forse
*non ho intenzione di convincerti di niente
*sei schizzinoso, cheri
*:P
Mr Wiggles scrive:
*io, da morire
*c'ho lo spirito di sopportazione come il cazzo di un neonato
*a me, per esempio
*se mi metti una mano addosso appena scetato
*pure una carezza
*non dico manco una parola
*ma so cazzo di chiavarti un mozzico all'intrasatta e scepparti una recchia
*comunque questa conversazione sarà pubblicata su internet

domenica 5 aprile 2009

Riflessioni

E' morta una bambina. Aveva un anno e mezzo. Aveva un problema allo stomaco. E' stata operata all'ospedale civile di Caserta. Non ce l'ha fatta. La piccola è di etnia Rom. Forse è solo una coincidenza. O forse i bambini zingari sono meno importanti di quelli italiani, polacchi, islamici o eschimesi. Non è questo che mi fa male. Mi fa male lavorare per la Caserta Bene dei dottori che comprano scarpe costose a bimbi di tre anni e sapere che una mamma che ha perso la figlia non portà tornare a casa, in Romania. Mi fa male pensare che se fosse stato uno di quei bimbi dalle scarpine firmate all'ospedale avrebbero fatto miracoli. Mi fa male ammettere che viviamo ancora in una società classista di merda.

Ricomincio da me

Eccoci qui. Il mio precedente post ha dato i suoi frutti. Ora siamo al punto di partenza.
La vita scorre veloce sotto i nostri occhi: il tempo passa, la gente cresce ed invecchia ma, senza alcun apparente motivo, nessuno si sente Diverso. Chi si sente un altro, in realtà non lo è. Cosa determina il cambiamento? Henry e Kloep direbbero che quando un individuo si trova in uno stato di stagnazione non appagante può agire in due modi: lasciandosi investire dagli eventi senza reagire (provocando l'inevitabile discesa nel baratro) o reagendo attraverso nuove Sfide. Il punto è: quando smetteremo di sfidare la vita e cominceremo a viverla? Quando diventeremo capaci di dire Basta?

mercoledì 18 marzo 2009

Apoplessia emotiva

In un giorno che ti senti inutile... Coriandoli a Natale.

Subsonica


Non so come sia potuto accadere. Hai mai tenuto davvero a qualcuno? Si. Un amico, un compagno di classe, un animale. Ci deve essere stato qualcuno nella tua vita ad averti profondamente segnato. Quel qualcuno ha deciso di cancellare tutto. Sono due settimane che non ci parliamo. Non che prima fosse frequente, ma ora il nulla mi destabilizza. Sono la solita stupida. Mi preoccupo per gli altri e quando io ho bisogno di loro tutti che scappano. Oggi sono scappata io. Non è facile guardare in faccia la realtà dei problemi. Oggi non me la sono sentita. Oggi è stata una dura giornata. Oggi non sono in me.
Sapete cosa c'è di nuovo? Ci soffro. Piango. Di nascosto, come il mio solito. Non tanto per la persona in sè, quanto per l'aver perso qualcosa senza rendermene conto. Sono una sbadata, perdo le persone care e nemmeno me ne accorgo. Dovrei nutrirmi di fosforo. Ho ricominciato a bere. CocaCola. Il mio alcool. Mi fa male, come l'alcool. Non mi fotte troppo il fegato. Mi dà una finta sensazione di spensieratezza. L'indifferenza è ipocrisia. In quanto tale non mi viene naturale. Far finta di nulla, guardare qualcuno soffrire senza porgergli la mano non è da me. Scrivere lettere è da me. Chiedere scusa a chi mi ha ferito è da me. Soccombere è da me. Sempre. Scrivergli significa soccombere. Non stasera. Non gli dimostrerò che vederlo star male mi fa male. Lo devo a me stessa e a tutte le volte che alle mie grida d'aiuto corrispondevano silenzi vani. Lo devo a chi mi ama. Lo devo a chi mi è vicino davvero e non solo a parole.
Mi faccio problemi che non esistono, si dice. Vero, avete tutti ragione, ma è nella mia natura, ce l'ho nel sangue. Rivedrei volentieri la mia struttura mentale, ma purtroppo è tardi. Hanno buttato lo stampino. Ma oggi non sono in me. E posso far finta di non leggere il suo urlo disperato.
Toh, è 18. Che buffa coincidenza.

Cosa ci rende così volubili a certe cose?

domenica 15 marzo 2009

Minute 'n there...

Esatto. Che in inglese vorrebbe dire Minuto In La. Che noi lo facciamo corrispondere ad un'approssimazione di Buttati per terra in una traduzione Maccheronico-Casapullesca. In realtà ce n'è bisogno. Bisogna scendere dal piedistallo dove tutti si sono trovati il proprio posto e fare i conti con l'asfalto duro che ci regge. Bisogna mangiarne di polvere... ebbene, è giusto anche fare i conti con ciò che eravamo. Tornare a sentirci umili vermiciattoli striscianti. O magari no, solo renderci meno partecipi della nostra vita e dedicarci un po' agli altri. Fosse facile... quei bagliori diffusi di altruismo oscurati dall'ombra del nostro egoismo.
E' così difficile dire Noi?

lunedì 9 marzo 2009

Difficoltà

E' difficile. Scrivere dico. Ci sono volte che le parole escono da sole. Altre in cui fatico a scrivere due semplici righe. Questo ne è un esempio. Vorrei dirvi che sono felice. Vorrei scrivere del piacere nello stare insieme, ma non posso. Si tratta di un bisogno indotto ed innaturale. Ho perso le parole. Vorrei darmi delle risposte che già ho e che mi farebbero cadere nel baratro dell'inettitudine. Domani ricominciano i corsi. E forse mi gioco la mia seconda ed ultima chance per continuare gli studi. I miei amici hanno capito che per essere davvero felici basti non essere se stessi. Forse hanno ragione. Andrea e Fabio, lo scorso sabato sera, si sono calati tre whisky ciascuno. Ed allora abbiamo cominciato a divertirci. E' di questo che abbiamo bisogno? A vent'anni è necessario farsi una canna o ubriacarsi per farsi quattro risate tra amici? Siamo diventati così patetici?

venerdì 6 marzo 2009

Nessun titolo.

Una delle persone a me più care, ha avuto un bambino. Lei vive a Boston, sarebbe assurdo pensare di andare a trovarla. Però non sono neanche stato capace di farle una telefonata. Sono contento per lei, sia chiaro. Anche se è giovanissima, anche se sta ancora studiando, anche se non ha un compagno. Anche se i suoi genitori sono molto meno contenti di me. L'ho vista in fotografia, sta benissimo, è serena. Ho scorto una dolcezza nei suoi lineamenti, che non conoscevo, che non avrei mai sospettato. Il bambino è perfettamente sano, e bellissimo. Ma mi fa orrore.
Penso a quella testolina, ai capelli radi, alle piccole vene bluastre, evidenti sotto la pelle trasparente delle mani. Penso a lui che succhia il latte dal seno, avidamente, che dorme, che piange. Penso all'amore incondizionato di sua madre, penso a quanto sia fortunato nel ricevere tanto, senza dare niente. Penso che, per me o per chiunque altro, sarebbe facilissimo stringere il suo capo tra le mani, e, discretamente, ridurlo ad una poltiglia sanguinolenta.
Penso che il male, il più profondo dei mali, sia il bene crocifisso.

L'inizio di una nuova era (?)

Pietro Verri nel 1764 fonda Il Caffè.
All'intellettuale illuminista che ha ormai trovato una sua collocazione politica al seguito del sovrano illuminato, il giornale serve a stabilire un contatto agile ed efficace con quell'opinione pubblica sempre più attiva e con quei gruppi di pressione organizzata sufficientemente forti per avanzare le proprie istanze.
Il Caffè nasce nel periodo in cui le botteghe di caffè si sviluppano rapidamente in Inghilterra in seguito alla diffusione dell'uso della bevanda, alla quale venivano attribuite grandi virtù salutari.
I locali nei quali si serve il caffè segnano la fine della taverna, tra "il tramonto della civiltà del vino, fatta di deliri, ebbrezze, invasamenti e l'inizio della civiltà del caffè, fatta di riflessione, meditazione, chiarezza di idee".
La caffetteria diventa un luogo di incontro e di discussione, una specie di luogo reale-ideale dove si possono creare quelle condizioni adatte a far nascere i periodici con la partecipazione attiva (con la discussione) e passiva (con la lettura) dei lettori.
Il programma della rivista si fonda sulla pluralità degli argomenti e sulla partecipazione di un pubblico di lettori molto vario che riesce, nello spazio del caffè a realizzare una nuova forma di socialità che nasce dall'incontro di uomini e di ceti diversi.

Wikipedia


Noi, nel 2009, un po' per il gusto della tradizione, un po' per necessità e parte per diletto, abbiamo deciso di fondare questo spazio, simbolo della libertà di espressione e della cultura. Dalla letteratura all'arte, dalla società al malessere interiore, vorrei che questo spazio rispecchiasse quella parte di mondo incontaminata dalla corruzione e dai disastri culturali cui ci ritroviamo ad assistere. Sentitevi liberi di scrivere ciò che pensate. Magari daremo a queste vite la possibilità di migliorare un po'.

Valeria