tag:blogger.com,1999:blog-44422565946906512352024-03-13T21:03:22.470+01:00Il Nuovo CaffèSocietà, Attualità e Costumi del XXI SecoloVix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.comBlogger184125tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-44049687417791408062022-06-16T16:28:00.007+02:002022-06-16T16:38:41.464+02:00Salviamo i teenagers<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCSIYCsIMbOXcPmTXfWaRjTBRaB4CcNbvc0Uh7bobLfVZZerPM1epz5PTrQbnnLt44vDwCbW1WfvP3igZnHYo66ELtZHcUvj3U8jPKz5o2SiOegYehHhc3tUIW19WCiFHXaRz744eH6-9icRSoDlTTmIjIpiMw4yF4jBDpxdMjwY3C9SmGOrhKVJUl/s400/giovani_e_digitale_come_luso_della_tecnologia_impatta_sulla_mente_dei_ragazzi_coverlp_v1.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="400" data-original-width="400" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCSIYCsIMbOXcPmTXfWaRjTBRaB4CcNbvc0Uh7bobLfVZZerPM1epz5PTrQbnnLt44vDwCbW1WfvP3igZnHYo66ELtZHcUvj3U8jPKz5o2SiOegYehHhc3tUIW19WCiFHXaRz744eH6-9icRSoDlTTmIjIpiMw4yF4jBDpxdMjwY3C9SmGOrhKVJUl/s320/giovani_e_digitale_come_luso_della_tecnologia_impatta_sulla_mente_dei_ragazzi_coverlp_v1.jpg" width="320" /></a></div><br />Ovviamente non sto dicendo di formare una Onlus per togliere gli adolescenti dalla strada o da chissà quale male oscuro nascosto nelle caramelle date dagli sconosciuti o nelle sigarette simpatiche. È necessario aiutarli a salvarli da sé stessi. Abbiamo vissuto due anni di pandemia. Due anni in cui le vite di tutti sono state messe in pausa e rimandate a momenti migliori. Qualcuno in quei due anni avrebbe voluto innamorarsi, conoscere il mondo, crescere. Lo stesso qualcuno ha fatto lezione a distanza, ha visto i suoi compagni di classe per due o tre mesi in due anni, ha perso di vista quei contatti con cui magari aveva iniziato ad uscire. Qualcun altro ha aperto un canale Twitch e magari ha fatto della sua passione un lavoro o quantomeno un lavoretto, un'attività redditizia. Qualcuno ha messo le proprie creazioni su OnlyFans e qualcun altro ha messo sé stesso su OnlyFans. I ragazzi hanno riabilitato la figura del Sex Worker, sono aperti a nuove sperimentazioni sessuali, sono liberi di essere poliamorosi, bisessuali, queer, di vivere apertamente sentimenti intensi e conoscono meglio di noi il mondo degli adulti. <p></p><p>Ma. C'è un ma. Sono estremamente fragili. Le loro personalità eclettiche, singolari, originali sono eccezionalmente flessibili, ma si spezzano altrettanto facilmente. L'insicurezza, il cambiamento portato dall'adolescenza è stato acuito dai due anni di Covid, portando delle cicatrici invisibili a occhio nudo. La paura di restare soli, di essere inadeguati, di dire la cosa sbagliata e attirare l'attenzione su di sé terrorizza gran parte dei ragazzi più giovani. Molti di loro trovano rifugio nelle chiacchiere a tarda notte con amici online, ma qualcun altro non è così fortunato. Sentirsi soli, proprio ora che si avrebbe la possibilità di star bene con gli altri, implica un dolore doppio, di rinuncia e rimpianto. Ovvio, continuano ad esistere gli stronzi che mettono in giro pettegolezzi e malelingue, i bulli, le combriccole di ragazzine piene di sé con la puzza sotto il naso, come quelle che c'erano quando avevo 15 anni, ma adesso si offende su Tellonym. Per fortuna, non sono loro la maggior parte.</p><p>Cerchiamo di dar loro ascolto. Sono una grande risorsa e li stiamo abbandonando a sé stessi, tra genitori che sognano di diventare influencer e nonni che abbordano ragazzine su Facebook o su Subito.it. </p>Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-63536972728792135782021-04-17T12:55:00.003+02:002021-04-17T12:55:30.845+02:00DDL Zan, beneficenza e ipocrisia<p> È recente la notizia di una ragazza di poco più di vent'anni cacciata di casa dalla famiglia a causa della sua omosessualità. L'intervento che andrete a leggere potrebbe portare dissenso, ma, come gli omosessuali non scelgono la propria natura, così io non scelgo di essere talvolta cinica e dire la mia, pane al pane e vino al vino.</p><p>Giudicare una persona per i propri gusti (sessuali, musicali, artistici, o di qualsiasi altro tipo) è sbagliato. Però succede. Ostracizzarla per lo stesso motivo è deplorevole. Però succede. Pretendere di cambiare gli altri è inutile. Però succede. Garantire la sicurezza dell'individuo è compito dello Stato e il DDL Zan (a seguito di una serie di episodi di violenza) può diventare un mezzo per farlo. Ora andiamo nello specifico.</p><p>Sono una ragazza, ho poco più di vent'anni. Intuisco, a livello teorico, che i miei genitori non siano illuminati sulla tematica LGBTQ+ perché, in vent'anni, magari qualche avvisaglia l'ho avuta. Un commento, una discussione su qualche personaggio pubblico, televisivo che sia. Decido, spontaneamente, di far partecipi questi due caproni del fatto che, liberamente, amo le donne. I due, di cui sopra, la prendono male, malissimo (come poteva essere prevedibile). Mi sbattono fuori di casa. Ho pensato MAGARI SE CAPITA ALLA LORO FIGLIA, IL LORO AMORE SARÀ PIÙ FORTE DEI LORO PREGIUDIZI. Invece no. Sono proprio di coccio. Mi insultano, mi dicono che non sarò più loro figlia e mi ritrovo senza un tetto sulla testa, senza possibilità di vivere dignitosamente in un altro posto. Senza pensare di poter chiedere asilo a un'amica, un vicino di casa, qualcuno insomma che capisse la situazione. Così, piuttosto che rivolgermi a canali come Caritas, Centri Antiviolenza o simili, qualcuno (una cugina?) decide di far partire una raccolta fondi. Premesso che la stessa cugina, magari, avrebbe potuto cercare un modo di ospitarmi o darmi delle garanzie diverse da un crowdfunding, decido di denunciare (e anche in sede di denuncia mi sarebbe stato detto di rivolgermi a servizi specifici) e raccontare tutto via social e alle Iene. </p><p>Torno ad essere me per un momento e guardo la vicenda.</p><p>1. A cosa serve raccogliere dei soldi? Datele un lavoro, ospitatela a casa o datele un rifugio dal quale ricominciare.</p><p>2. Io che dono soldi per la causa, risolvo il problema? No. Magari mi sento in pace con la coscienza. Magari Malika potrà comprarsi da mangiare con quei soldi (che comunque potrebbe riuscire a mangiare anche senza i miei soldi). Una volta che avrà usato i miei soldi per mangiare, chessò, una settimana, avrò risolto il SUO problema? Perché Malika non è la prima omosessuale che viene maltrattata e sbattuta fuori di casa.</p><p>3. Tutti i soldi che sono stati raccolti per aiutare UNA persona, renderanno l'Italia un posto migliore? No.</p><p>4. Se io che le ho donato i soldi, domani perdo il lavoro e mi ritrovo in mezzo a una strada, dovrò fare un crowdfunding per cercare qualcuno che mi dia i suoi soldi e dare vita a un circolo vizioso in cui ognuno si basa sulla carità altrui per risolvere i propri problemi?</p><p>5. I genitori di Malika avranno cambiato opinione ora che lei ha raggiunto i 100.000 euro di raccolta fondi? Forse si, ma lo avrebbero fatto per i soldi. Forse no, e non avremmo comunque risolto il problema. </p><p>6. Fossi Malika, userei questi soldi per una fondazione per le vittime di omofobia. Perché non ci debba essere più nessuna cugina che fa crowdfunding per tutelare la libertà degli individui.</p><p>Quindi arrivo al punto cruciale: fare coming out è una scelta. In quanto tale prevede rinunce e benefici. Io posso essere lesbica, vivere la mia vita nascondendomi dai miei genitori, ma preservando il diritto a vivere sotto lo stesso tetto, ad avere cibo caldo in tavola e una serie di garanzie che una famiglia (per quanto disfunzionale) possa dare. Posso altresì decidere di dire al mondo quali siano i miei gusti sessuali (che comunque al mondo dovrebbero fregare tanto poco quanto niente) e affrontare la gogna di chi, per mancanza di apertura mentale o semplicemente di intelligenza, empatia o istruzione, decide che non sia più degna del loro rispetto, affrontandone le conseguenze. </p><p>Non si può cambiare un omosessuale. È nella natura dell'essere umano provare attrazione sessuale, indipendentemente dal destinatario di questa attrazione.</p><p>Non si può pretendere di cambiare un razzista o un omofobo. Si può punire il suo comportamento quando lede la libertà altrui. E, purtroppo, di questo DDL c'è bisogno, perché siamo in un paese dove la libertà di opinione è abusata al punto di diventare violenza. </p>Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-47094683867404803292021-04-10T11:22:00.007+02:002021-04-10T11:25:33.703+02:00Millennials<blockquote>La cosa più sfortunata e
Pericolosa che mè capitata nella vita </blockquote><blockquote>è la
Vita, </blockquote><blockquote>che una vorta che nasci, giri... conosci...
Intrallazzi... </blockquote><blockquote>ma dalla vita vivo nunne esci...
</blockquote><blockquote style="text-align: right;">A. Mannarino</blockquote><div style="text-align: justify;">Oggi ho avuto la fortuna di chiacchierare un po' con Sarah, la coinquilina della mia migliore amica d'infanzia. Tutto è partito da una frase di quelle sui calendari giornalieri, una citazione su quanto sia inutile la propria esistenza se non mirata alla felicità degli altri. Il discorso è stato pregno di argomenti, voli pindarici dalla società, all'economia, al lavoro passando per l'autorealizzazione e il riscatto personale. Sono, così, giunta alla conclusione. I Millennials sono i figli di mezzo nella Terra di Mezzo. Siamo i figli di quelli che con un diploma o una qualifica hanno un contratto a tempo indeterminato, che insegnano, che gestiscono, arrabattandosi tra cose che non capiscono, le sorti di questo Paese. Siamo sotto quelli che IO ALLA TUA ETÀ AVEVO GIÀ UN LAVORO E UNA CASA ma che non sanno fare un Curriculum Vitae perché non ne hanno mai avuto bisogno. E non siamo mai abbastanza. </div><div style="text-align: justify;">Ma siamo anche quelli meno intraprendenti. Siamo quelli che studiano fino a 35 anni, che trovano un lavoro per arrotondare e spesso è quello che ci fa demoralizzare ancora di più. Non siamo la generazione Z, con le competenze e la faccia tosta per dire FACCIO PETI NEL MICROFONO E HO 10.000 FOLLOWERS. Perché la generazione Z ha meno di noi. È nella terra di nessuno, arida, senza prospettive, ma ha un grosso vantaggio: non ha niente da perdere. Si butta, ci prova, ci riprova, esce allo scoperto e grida il suo nome, mentre noi applaudiamo da dietro le finestre chiuse. </div><div style="text-align: justify;">I Millennials, in questo, l'hanno presa a quel posto da entrambe, da quelli che si sono ritrovati a vivere il periodo d'oro e lo hanno cavalcato senza saper leggere né scrivere e da quelli che, adesso, hanno i mezzi a disposizione per emergere anche senza averne le competenze. Ma non siamo tutti così. Ci sono diverse sfumature, ed è questo che ci frega. Siamo come la sinistra, frammentata, orientata in direzioni diverse. Ci sono i pre-Z che si sono buttati. Quando venivano derisi, svalutati, hanno proseguito a testa bassa e adesso continuano a combattere, ma hanno spalle più forti e resistono alle critiche e alle nuove generazioni che non li capiscono. Sono quelli i cui genitori non sanno spiegare che lavoro facciano i figli: informatici, mediatori, istruttori di yoga, youtuber, life-coach, social media manager. Poi ci sono quelli che hanno preferito regredire, le mamme pancine. Donne e uomini (perché una pancina ha sempre un pancino, poco importa se sia suo marito o casualmente sposato con un'altra) ai quali è bastato decidere di restare un passo indietro e fare della famiglia "tradizionale" il proprio status quo. Diploma, corso da estetista e giù a far figli prima dei 30 anni, perché vivono per i figli, per la famiglia, poco importa quanto disfunzionale sia. Sono quelli che hanno deciso che la vita andava vissuta fino ai vent'anni e che quello conosciuto in discoteca con Porsche potesse essere l'uomo della loro vita (poco importa se il Porsche fosse l'auto di rappresentanza dello zio assicuratore). Sono quelli che avere un figlio che appartiene alla comunità LGBTQ+ equivale ad avere una malattia, ma che allo stesso tempo vanno a trans il giovedì dopo il calcetto (perché in fondo sono pur sempre donne, ma con qualcosa in più). E che al trans, o all'amante, chiedono cose che non si possono chiedere alla moglie, perché lei non capirebbe. Perché la moglie, al liceo, si scandalizzava a sentir parlare di sesso orale, figurarsi chiederle pratiche più spinte. E poi, quelli con la moglie sono DOVERI. Il piacere è altrove.</div><div style="text-align: justify;">E poi ci siamo noi. Quelli che non ne hanno mai abbastanza. Collezionano esperienze sul CV, aggiungono corsi, stage (rigorosamente non retribuiti), lavori più vari e non ne hanno abbastanza, perché per il mondo non sanno cosa vogliono. Invece noi lo sappiamo cosa vogliamo: vogliamo stare bene, trovare pace. Vogliamo qualcuno che si congratuli, che ci dica BRAVO, COSÌ VA BENE, che ci riconosca che siamo abbastanza. E non succede. Perché loro, gli altri, fanno sempre meglio. Quindi sai camminare sulle mani? Eh, ma gli altri sanno farlo su una mano sola. Sai scrivere i libri? Eh, ma gli altri ne hanno pubblicati 3 mentre tu riflettevi sul quel congiuntivo, poco importa se facciano cacare. Sai riconoscere il bene e il male? Eh, non ci interessa. Qua c'è bisogno di chi se ne frega, testa bassa e via, a raccogliere i pomodori per un cretino che in diretta li schiaccia sulla faccia del suo amico e fa tremila views in dieci minuti. </div><div style="text-align: justify;">Siamo quelli che non ce la faranno mai, finché qualcuno non ci verrà a dire OK, CE L'HAI FATTA al decimo giro oltre il traguardo. E, forse, per noi, non sarà comunque abbastanza.</div>Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-42066918926892489972019-10-04T12:21:00.000+02:002019-10-04T12:24:10.204+02:00CRUSHMa quanto era bello dire IL TIPO CHE MI PIACE? LA RAGAZZA CHE MI FA BATTERE IL CUORE? HO UNA COTTA PER QUELLA PERSONA?<br />
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Ora diciamo CRUSH. Come se si preannunciasse già il rumore della porta del suo cuore che ti sbatte in faccia.
CRUSH. È stato un incidente innamorarmi di te.<br />
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Ok, sto facendo la vecchia che non vuole stare al passo con i tempi, che critica il linguaggio dei giovani, che non vuole adeguarsi. Magari avete anche ragione, ma con i tempi che corrono, tempi in cui ci si preoccupa del ripieno dei tortellini, dei crocifissi nelle scuole (come ogni sei mesi/un anno), è importante preoccuparsi anche del linguaggio. Credo che ognuno possa riempirsi la pasta come gli piace e nel rispetto di ogni tradizione, culturale, religiosa e culinaria che sia (compresa la carbonara con la panna, purché smettiate di chiamarla carbonara, perché è un piatto diverso, come la parmigiana al forno o la pizza all'ananas). Credo che uno stato laico con un'istruzione laica obbligatoria dai 6 ai 18 anni debba garantire la libertà degli studenti di rivolgersi al proprio dio in sedi adeguate, e non all'interno di un'istituzione statale laica di formazione (sì, ho scritto LAICA più di una volta, serve a ribadire il concetto). Piuttosto mettiamo in ogni aula una bella foto del ministro dell'istruzione, cosicché tutti possano pregare di avere un servizio scolastico più efficiente e adeguato e si sappia chi bestemmiare quando cade un muro o si scassa una lavagna. Intanto che ci integriamo, però, conserviamo un minimo di identità italiana. Non di quell'identità stronza dello STATEVI A CASA VOSTRA, NON POSSIAMO ACCOGLIERVI TUTTI, CI RUBATE IL LAVORO, l'identità dei grandi poeti, di Dante Alighieri, di Guido Cavalcanti, di Giacomo Leopardi, di Dario Fo, l'identità di chi sa far parlare il cuore. Sa comunicare sentimenti e provocare empatia con l'uso delle parole, delle metafore, della lingua (e niente battute sconce su quest'ultima cosa). Torniamo a parlare di Amore, di Infatuazione, di Attrazione, anche di Sensualità, di Contatto, di Sbandate, torniamo a PERDERE LA TESTA PER QUALCUNO, a lasciarci trascinare in un turbinio di sensazioni non riassumibili in cinque lettere in inglese. E se poi quella porta dovesse chiudersi ugualmente, sapremmo almeno di averle dato la giusta rilevanza e di esserci emozionati come si deve.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-66528651532039064092017-04-28T16:00:00.002+02:002017-04-28T16:00:49.008+02:00Un caffè freddoCome il buon Tony Vice mi fa notare, questo blog risulta essere un po' caduto in disuso. Il Nuovo Caffè nacque con l'intento di far riflettere, sorridere e riflettere nuovamente sul mondo che cambia, sulle nostre vecchie/nuove abitudini, sui fatti di costume che caratterizzano l'epoca in cui abbiamo la fortuna di abitare questo angolo di universo. Il tempo è tiranno, le priorità cambiano e un bel blog lascia il posto ai post impolverati e datati, presenti solo nelle ricerche di chi spera di trovare le cialde per la Mokona o qualche paio di tette, così, a gradire.<br />
Spinta dal rimorso, mi sono rituffata davanti al pc ad aggiornare questo spazio a futura memoria dei navigatori della rete degli anni 2020. Stiamo vivendo un periodo burrascoso, non c'è che dire. L'America di Trump rifiuta di fare i conti con la crisi dei valori e degli ideali di vittoria sul resto del mondo al grido di Make America Great Again, un dittatore nordcoreano non ci sta a farsi mettere in ombra dal parrucchino più biondo degli Usa e prepara i missili nucleari per l'imminente attacco e dalla Siria si procede a spandere gas tossici nell'aria per avvelenare civili, per la maggior parte bambini. L'Italia ha un Presidente del Consiglio di un carisma che a confronto Gianni Letta è il Roberto Da Crema del nuovo millennio e ci prepariamo a nuove ondate di sbarchi sulle nostre coste, tra un'indagine di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina alle ONG e le dimissioni dei politici da nord a sud, da destra a sinistra (5 stelle inclusi) per associazione a delinquere e infiltrazione mafiosa. Intanto la gente continua a morire schiacciata dai ponti, dalle valanghe negli hotel, dai camion che asfaltano i ciclisti, dal mare agitato e dalla miseria.<br />
Chi sono io per lamentarmi di tutto questo? Una persona come tante che si informa (e neanche con molta assiduità) e vive sulla pelle il disagio di quei falsi buonisti, dei IO NON SONO RAZZISTA PERÒ, di quelli che piuttosto che dire ciò che pensano si nascondono dietro i movimenti, le fazioni e poi alla fine una vera opinione non ce l'hanno.<br />
Quindi arriviamo a qualcosa che più di tutto scatena la mia intolleranza e incide negativamente in questo particolare periodo della mia esistenza: le idiozie sui social network. Stiamo parlando di Padre Pio glitterati, di Tweety che augurano la buonanotte, di angioletti felici che è finalmente primavera e di caffè che fumano sulle bacheche dopo pranzo. Ragazzi miei, è un'invasione di stronzate. Ho un profilo promozionale che sto utilizzando solo per il mio libro e vi assicuro che non se ne esce. Esistono persone che augurano la Buonanotte con una luna sul mare e si incazzano se qualcuno non gli risponde.<br />
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<a href="https://4.bp.blogspot.com/-wmFQ0D6V_PM/WQNK98pyluI/AAAAAAAAFC4/8r0sY5_lqV8KP40zKZZyYm6Bpp5ojBYVgCLcB/s1600/caff%25C3%25A8-freddo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="194" src="https://4.bp.blogspot.com/-wmFQ0D6V_PM/WQNK98pyluI/AAAAAAAAFC4/8r0sY5_lqV8KP40zKZZyYm6Bpp5ojBYVgCLcB/s200/caff%25C3%25A8-freddo.jpg" width="200" /></a></div>
Devo dire che già non avevo molte speranze nell'evoluzione umana, ma direi che a questo punto siamo arrivati proprio alla frutta. Anzi, al caffè. Freddo.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-57230333305130706292016-07-29T19:42:00.002+02:002016-07-29T19:42:39.943+02:00Sguinzagliate gli avvocati…che ci sarà da ridere!
Mi sono imbattuta in una signora che definire “populista” è un eufemismo. Avete presente quelli di “È una vergogna, fate girare!!111!!” su Facebook? Così. Tutto è cominciato durante una serata all’aria aperta, in piacevole compagnia, facendo due chiacchiere con persone che si incontrano per la prima volta. Il caldo, le mezze stagioni, il terrorismo, i migranti. Quest’ordine. Questo perché il terrorismo si fa argomento di quotidiano consumo proprio in relazione alle ondate migratorie. Non perché di terrorismo si parlava anche con le Brigate Rosse o con la strage di Bologna. I terroristi sono stranieri che vengono qua e vengono a piazzare le bombe. Quindi mi sorge spontanea una domanda: “Perché una donna all’ottavo mese di gravidanza dovrebbe attraversare il mediterraneo in condizioni precarie (su un gommone o peggio) per farsi esplodere proprio in Italia? Ma anche ammesso che non si faccia esplodere in Italia, perché dovrebbe mettere a rischio la sua stessa vita prima di arrivare a destinazione e farsi detonare in nome di qualche dio?”. La domanda è, ahimé, venuta fuori. Quindi si chiarisce che non è la quasi partoriente il problema, ma ciò che viene dopo. La futura mamma ha bisogno di cure, quelle cure che i nostri poveri non hanno. E lì mi parte un’altra domanda: “Di quali poveri stiamo parlando? Esiste davvero qualcuno che, in Italia, non ha la possibilità di dare un futuro al proprio figlio e decide ugualmente di metterlo al mondo? Perché, ricordiamo, in Italia c’è la possibilità di abortire, cosa che magari quella futura mamma nel suo Paese non ha avuto. E mettiamo che abbia ugualmente deciso di tenere il bambino, quale nazione impedirebbe ad un bambino di nascere in condizioni dignitose? Sullo Stato non metterei la mano sul fuoco, ma la nostra beneamata Chiesa a qualcosa serve, oltre che a vietare la comunione ai divorziati e ad impedire a persone dello stesso sesso di essere felici gli uni con gli altri.”. E lì è partita l’ignoranza, ma non è un modo di dire. “Una persona che conosco che lavora in un centro per i migranti mi ha detto che buttano le cose che gli danno da mangiare!”. Una persona non meglio identificata ha detto che qualcuno fa qualcosa: mh, precisione di cronaca che manco Studio Aperto. Allora, dall’altro della mia ignoranza dico: “E anche ammesso che sia vero, non è detto che tutti i migranti siano brave persone. Italiani esistono buoni ed esistono cattivi. Ugualmente gli stranieri. Tutto il mondo è paese. E (per ultimare la sagra dello stereotipo con una bella frase fatta) anche noi, negli anni 50, senza andare molto indietro, abbiamo fatto le nostre scorrettezze.”: La mia interlocutrice è sicura: “Ma non a questi livelli!”. Signora, mi scusi, non a questi livelli? Siamo andati in America e abbiamo portato la mafia. Non i pomodori sott’olio. Non le melanzane ripiene. La mafia. Quale sarebbe il livello di cui stiamo parlando? “Ma questi vengono e ci tolgono il lavoro a noi italiani! Mio marito lavora in campagna e non riesce a trovare un posto perché stanno tutti questi immigrati a lavorare!”. E la colpa è di chi dà un lavoro sottopagato a dei ragazzi che si accontentano. Perché un uomo che non ha niente, si accontenta di poco. “Ma anche noi non abbiamo niente! Siamo noi i poveri!”. E, prima che mi parta il vaffa matto e disperatissimo, mi limito a rispondere: “Signora cara, se foste poveri, suo marito non avrebbe quel cellulare in mano. Buona serata.”.
Sono stata sostenuta, in questo discorso, da persone che ragionano e vanno oltre ciò che dice la televisione, Facebook e le voci di chi ha detto che ha sentito che qualcuno ha potuto dire o fare qualcosa chissà dove.
L’essenza sta nella realtà, nei fatti. Il resto è solo rumore.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-61627094436079774282016-06-17T00:10:00.000+02:002016-06-17T00:10:44.204+02:00Il passato è un campo di addestramento. Storia di LeiHo vissuto.<br />
Ho scritto una storia.<br />
Questa storia sarebbe potuta diventare un libro.<br />
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-u1MlK63haYg/V2Mhbz80OOI/AAAAAAAAEyw/CseBSVG3wVUIAYfXQECjYxv4vWP5p0GTACLcB/s1600/img073.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="320" src="https://2.bp.blogspot.com/-u1MlK63haYg/V2Mhbz80OOI/AAAAAAAAEyw/CseBSVG3wVUIAYfXQECjYxv4vWP5p0GTACLcB/s320/img073.jpg" width="249" /></a>Ho partecipato ad un concorso.<br />
Ho vinto.<br />
Mi hanno pubblicato il libro.<br />
È uscito ufficialmente il 29 maggio.<br />
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Sembra una passeggiata detta così, ma nella realtà c'è molto di più. Ci sono emozioni contrastanti, gioia, timore, voglia di riscatto e paura di non farcela. C'è la frustrazione di un titolo diverso, i mille problemi su ciò che la gente penserà di me dopo averlo letto, le reazioni di chi si sente chiamato in causa. Tutto questo sommerso, però, ne vale la pena. Condividere il racconto con delle persone è la cosa più rilassante che mi sia mai capitata. Mi ha aiutata a spogliare il romanzo dei significati personali che gli avevo attribuito e a farlo diventare qualcosa di nuovo. Mi ha fatto capire che ho un mio <i>stile di scrittura </i>che è cambiato nel tempo, ho un genere che mi scorre nelle vene e viene fuori quasi senza volere, ho storie da raccontare e cose da dire che qualcuno paga per poter leggere e nessuno vuole che mi fermi. Facile a dirsi. Come si può fare qualcosa di così bello, nato da qualcosa di altrettanto bello, ma letale senza sentirsi ridondanti? Senza che nella testa mi tornino le stesse frasi, gli stessi "Lui che mio non è mai stato", le stesse storie tristi? Si può, certo. Con l'esercizio, come Paolo. Lui è alla sua ennesima pubblicazione e il metodo con cui scrive mi fa pensare che forse meritasse di vincere più di me, perché l'esercizio va premiato più dell'ispirazione (forse). O forse non è così, forse scrivere seguendo dei ritmi, delle cadenze narrative, dei modi, dei tempi, delle regole limita l'essenza della scrittura stessa. Credo più a questa ipotesi, per ciò che mi riguarda. Scrivere è libertà di dire, di pensare, sognare, immaginare, libertà di fare finta. È in questo che tutto prende forma e senso, nella possibilità di essere dove vuoi, come e quando vuoi senza muoverti dalla scrivania. Potrei parlare di mondi fantastici, di draghi e principesse, sognare Narnia o la Terra di Mezzo, chi me lo impedirebbe? La mia scrittura, il mio stile è questo. Estremo a volte. Altre noioso, ripetitivo, ma è mio. Se piace, piace. Altrimenti non comprate il mio libro.<br />
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Per inciso, è un noir erotico. Niente draghi.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-73454381971341864602016-02-17T15:00:00.002+01:002017-04-28T16:54:07.162+02:00Tagliare le etichette<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://2.bp.blogspot.com/-23Z6VbJQp_I/VsR8xv5P22I/AAAAAAAAEwM/UQyZSHtbXu4/s1600/20160217_140320.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="192" src="https://2.bp.blogspot.com/-23Z6VbJQp_I/VsR8xv5P22I/AAAAAAAAEwM/UQyZSHtbXu4/s320/20160217_140320.jpg" width="320" /></a></div>
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Questa è un'abitudine che ho preso da un po' di tempo. Le etichette iniziano a darmi fastidio. Irritano. Mi provocano insofferenza quando indosso un capo d'abbigliamento, ma ho iniziato anche a ricamarci su una teoria morale. Partiamo dal principio. L'etichetta dovrebbe descrivere il capo acquistato, il modo di lavaggio, il tipo di tessuto, la possibilità che i colori resistano alle alte temperature ed una lunga serie di informazioni che riguardano la cosiddetta “manutenzione”. L'etichetta ci dice come il capo cade su chi lo indossa? No. Ci dice quanti fili sono stati utilizzati per far diventare il maglione quello che è? No. L'etichetta indica a grandi linee quelle che dovrebbero essere le caratteristiche, senza tuttavia entrare nel particolare del singolo abito. Questo significa che ogni capo, a seconda di come lo si “tratta” e del tipo di “storia” che ha, si “comporta” diversamente.
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Ora che ho descritto per bene la funzione dell'etichetta, spostiamo l'attenzione dall'abbigliamento alle persone. Ogni essere umano, volente o nolente, ha una sua personale etichetta scelta per lui dalla società all'interno della quale è inserito. Ognuno di noi non ha la possibilità di scegliere quale etichetta gli altri sceglieranno e spesso capita che neanche ne siamo a conoscenza. Ciò che possiamo essere in grado di controllare sono le etichette che noi stessi mettiamo agli altri, essendone più o meno consapevoli. Le etichette nascondono i giudizi che diamo alle persone, i pregiudizi, gli stereotipi, i pettegolezzi e il tipo di esperienza personale che leghiamo ad un certo individuo o ad una categoria. Entriamo nel dettaglio. L'etichetta Napoletano indica Pizza, Mandolino, Arraffone, Tarantella, Furbo, Disonesto, Maleducato, Camorra, Vesuvio, Immondizia, Criminale. Eppure conosco molti napoletani che non suonano il mandolino, non ballano la tarantella, non fregano il prossimo, non sono maleducati né disonesti né camorristi né criminali, non sono mai stati sul Vesuvio, fanno la raccolta differenziata, ma mangiano la pizza. Perché la pizza la mangiano anche in America, è universale. Si ma i Napoletani sono dei fannulloni, ignoranti e arroganti. Il mio amico Tony è laureato alla Federico II, ha pubblicato un libro che non parla di malavita ed è felice lo stesso. Magari non ha il contratto a tempo indeterminato, ma voi ne avete uno? Allora si parte a parlare dell'hinterland, la provincia, il ghetto, il degrado. Eppure ho un grande amico e collega di Giugliano in Campania che non ha niente a che vedere con lo spaccio, l'abusivismo edilizio, le discariche a cielo aperto e le sparatorie. Ha il suo lavoro, la sua fidanzata, la sua laurea in Psicologia, le sue passioni esattamente come tutti voi che state leggendo. Io stessa ho vissuto a Caivano e conosco ragazzi di Caivano che lavorano, studiano e rispettano la legge. Anzi, si incazzano da morire quando il proprio paese viene associato a Gomorra, alla criminalità organizzata e alla delinquenza in genere. Spostiamoci oltre, perché non sono solo Napoli ed i napoletani ad essere bombardati di etichette. Faccio pubblicamente ammenda per ciò che di offensivo ho detto su Caserta ed i casertani, perché ciò implicherebbe che tutti i casertani, compresi i miei amici di infanzia, le persone che stimo e che continuano a combattere giorno dopo giorno con un sistema che non aiuta nessuno, siano colpevoli dello stesso degrado di cui sono vittime. Esistono senz'altro uomini che vi contribuiscono, ma per fortuna qualcuno ha la capacità di alzare la testa e cercare di svoltare. Mauro è un esempio: vedo spesso ciò che realizza con la compagnia teatrale di cui fa parte e grazie a persone come lui Caserta ha qualche possibilità in più di risollevarsi almeno culturalmente.<br />
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Andiamo avanti, però, che la strada è lunga. Da quando sono a Conversano noto una totale avversità verso i baresi. Bari è un casino, su questo non si discute. Per fare 2 km alle 18,30 ci si mette un'ora e mezza in macchina. I baresi abitano su 116 chilometri quadrati. Esistono baresi delinquenti, esistono baresi corretti e lavoratori, esistono baresi che non rispettano neanche casa propria. No, ma non sono tutti i baresi il problema. “Immagina che al corso che ho fatto c'era addirittura uno del Quartiere San Paolo!”. Ok, mia cara conversanese, anche mia madre è del San Paolo. E ti dirò di più, anche mia nonna è del San Paolo. Mio nonno lavorava alle poste e non sparava a nessuno, mia nonna non spacciava, le mie zie sono brave persone. Mia madre pure. Anzi, mia madre conosce quel tipo di gente e si incazza come si incazzano i caivanesi quando si identificano QUELLI DEL SAN PAOLO con i delinquenti. Sono stata fortunata, lo ammetto: aver visto tanti posti, conosciuto tante persone diverse, mi ha aperto gli occhi. Questo discorso può andare avanti ed estendersi a tutte le categorie esistenti: gli omosessuali, gli immigrati, i neri, i cinesi, i comunisti, i rumeni, i rom, gli albanesi e tutti gli altri che vi vengono in mente. Personalmente ho iniziato a tagliare le etichette, perché davvero non servono.<br />
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Indossa il maglione, conoscilo, stabilisci un contatto. Se punge o si infeltrisce forse hai solo fatto un lavaggio sbagliato. Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-11163468334498824002015-11-14T16:08:00.001+01:002017-04-28T17:09:27.739+02:00Don't say a prayer for me nowNon farlo. Non pregare, perché pregare è solo sprecare fiato. Non cambiare la foto del profilo, non ha senso. A nessuno frega che ti dispiaccia per gli attentati. E non stare ad inveire contro gli immigrati perché mai come ora saresti solo uno stronzo. Alimentare questa campagna pubblicitaria pro Francia (quando siamo i primi a spezzar loro le gambe con i nostri cori ignoranti a suon di RIDATECI LA GIOCONDA) non è altro che l'ennesima dimostrazione di una ipocrisia socialnetworkiana che ci abitua a essere tante pecore di un gregge fin troppo grande per un solo pastore. Quindi piuttosto che farci domare da qualcuno, ci anestetizziamo il cervello con queste catene di sant'Antonio del terzo millennio: mettiamo la foto arcobaleno per i matrimoni gay in America, Je Suis Charlie quando fanno esplodere la sede di un giornale del quale, fino a ieri, ignoravamo l'esistenza, la bandiera francese in semitrasparenza per omaggiare la forza di un popolo colpito dalla minaccia terroristica, ma non ci mettiamo in prima linea quando succede qualcosa in Bangladesh o in Libano o in Colombia: la gente continua a nascere e morire, a sparare e a fare l'amore, ma finché non sentiamo le urla provenire da casa del vicino, rimaniamo nel nostro salotto a guardare inerti affondare barconi e sentir parlare di ruspe senza muovere il culo dal divano. Ci facciamo forti delle idee degli altri per andare in piazza ad esprimere il nostro bisogno di violenza, la nostra cattiveria, il più delle volte senza giustificazione.
Mettiamo gli scontri di Napoli, qualche giorno fa: lancio di uova contro il provveditorato per protestare contro il decreto de La Buona Scuola. Ora mettiamo il caso io sia una segretaria con uno stage retribuito 400 euro al mese e che il decreto mi vada in culo esattamente quanto va in culo ai manifestanti in piazza. Nonostante questo, i soldi mi servono. Anche quei merdosi 400 euro mi permettono di pagare le rate di un motorino che, al 90%, qualche manifestante un po' più irruento si sarà divertito a danneggiare. Ma passiamo oltre. Faccio il mio lavoro, esco e mi becco le uova ringraziando di non essere capitata nel momento di clou dello scontro, quando i poliziotti e i fondamentalisti (perché manifestare è un diritto, ma la violenza va condannata in ogni caso) se le danno di santa ragione.
Ce ne è fregato qualcosa quando è successo sotto casa? Siamo rimasti a guardare, avremo pensato: "Ma questi invece di manifestare non si potevano stare a casa loro?" e ce ne saremo rimasti sul divano, magari cambiando canale.
Non giustifico, con ciò, gli attacchi terroristici né voglio affermare che non sia lecito essere preoccupati di un possibile attacco al nostro Paese, ma invece di darci la pena per ciò che non siamo in grado di gestire, cerchiamo di monitorare e gestire al meglio le Nostre di vite, evitando magari di alimentare l'odio razziale, che ce ne abbiamo già abbastanza. I terroristi li teniamo anche nel nostro condominio, non mettono ancora le bombe, ma se ne avessero la possibilità non pensate che non lo farebbero; la religione è solo un alibi, abbiatelo chiaro in testa.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-36483423366327298942015-08-11T23:53:00.002+02:002015-08-12T12:38:09.979+02:00Gli adolescenti degli anni 2000 sono tutti decerebrati?Ho avuto anche io 15 anni. Partiamo dal fatto che la droga c'è sempre stata, per chi è vissuto dagli anni 70 in poi nel nostro Paese. I nostri genitori, e a volte addirittura i nostri nonni, per chi ha avuto la fortuna di conoscerli, sono stati tra i primi a sperimentare le sostanze "proibite". Parliamo di anni in cui si cercava di oltrepassare i muri della percezione attraverso gli allucinogeni, di scappare dai problemi della vita con l'eroina o di concedersi una serata allegra tra amici con la canna passata a giro. Parliamo di anni in cui si moriva con una siringa nel braccio e le famiglie venivano rovinate dai debiti e dai sensi di colpa, situazioni in cui i genitori cercavano di dare tutti se stessi per tirare via i figli dalla merda andando a parlare con gli spacciatori per risparmiargli una coltellata. La DROGA era un mostro all'epoca, un figlio drogato era una piaga familiare.<br />
Arriviamo all'inizio dei 2000's. Dicevo, ho avuto anche io 15 anni. Per motivi economici ed educativi non ho mai girato con grosse somme nel portafogli, ma conoscevo parecchie coetanee che di sabato sera avevano dai 50 ai 100 euro da "ammollare" alla discoteca di turno. Personalmente non ho mai speso soldi per la droga per due motivi fondamentali: i soldi venivano centellinati per pizzeria, cornetto, contraccettivi e benzina al motorino (non al mio, io giro e giravo ad elettricità) e soprattutto perché avevo paura delle conseguenze. Le mie coetanee di cui sopra erano ancora più cagasotto di me: conoscevano i ragazzi che tiravano, che fumavano, ma avevano paura di essere sgamate con le sigarette dai genitori, figuriamoci con la cocaina. Sarà per i nostri genitori che ci hanno messo in guardia, sarà perché per sballarci ci bastava fumarci l'Oki nel drum all'autogestione, dei nostri non è mai morto nessuno di droga. Incidenti stradali quanti ne volete, si sa che i giovani neopatentati sono delle teste di cazzo e nessuno lo discute, ma anche in quei casi gli sboroni erano pochi ed erano visti come imbecilli piuttosto che come eroi.<br />
Quindi giungiamo ad oggi. Che cosa è cambiato? Faccio davvero fatica a capirlo. I ragazzi di oggi sembrano più svegli, più veloci rispetto a noi. Sembrano andare a tremila, ti sferrano mazzate di filosofia della vita da uomini di cinquant'anni e ti fanno sentire una deficiente quando non sai cos'è uno GNOMONE nonostante la tua laurea. Stanno connessi, stanno al passo con la moda (per quando ignobile), sono avanti. Eppure qualcosa non torna. Quando sei lì che pensi che l'evoluzione stia facendo il suo corso, succede qualcosa che ti fa immediatamente ritrattare tutto. Prima il Cocoricò, poi la ragazza siciliana: adolescenti che si calano due pasticche e buonanotte al secchio.<br />
Dove finisce tutta la furbizia? Tutto quell'acume che si sbatte in faccia a noi quindicenni d'altri tempi evapora nei fumi dell'alcol e nell'odore nauseante di una discoteca iperfrequentata? E badate, esistono migliaia di esemplari di adolescenti più o meno acuti e superficiali che si limitano a vivere la propria vita con i propri amici, con qualche bicchierino ogni tanto, conservando intatti i propri limiti morali o a seguire almeno il proprio istinto di conservazione. Nessuno pretende che siate tutti scienziati, dottori o avvocati: ci sta essere "ingenui", lasciarsi trasportare ogni tanto perché avete pur sempre 15 anni, ma cazzarola, almeno quando si tratta di voi stessi, abbiate cervello.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-85448980557517916562015-05-26T16:19:00.000+02:002015-05-26T16:19:53.862+02:00Garp festival under 30<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/UXd0MWfa3_A" width="560"></iframe><br />
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E quindi l'anno prossimo la Storia di Lei diventerà un libro. Piccole grandi vittorie.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-50696377239787154612015-01-08T10:43:00.001+01:002015-01-08T10:43:08.867+01:00Paillettes et points noirsUn progetto nel quale abbiamo investito molto e che speriamo contribuisca al risveglio delle coscienze.<br />
Buona visione.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="344" src="https://www.youtube.com/embed/v3GJQKPsiJM" width="459"></iframe>Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-8159343722527283422014-05-08T16:50:00.001+02:002014-05-08T16:50:57.980+02:00Relativ(er)itàLo Stato e la Mafia si accordano sulle partite di calcio da giocare? Le ragazze crocifisse sono vittime di un prete esaltato? La Marini e il suo ex marito non facevano sesso?<br />
<br />
Qualsiasi siano le domande che rimbalzano dai tg e dai programmi di approfondimento, la verità non verrà mai a galla. La verità è a discrezione di chi la racconta e di chi la ascolta. La verità sui fatti di cronaca non verrà mai fuori, la verità su Valeria Marini sarà forse in pasto ai giornali scandalistici e magari non sarà neanche "vera" verità, la verità sulle parole che il capo ultrà e il capitano della squadra si sono scambiati prima del match sono solo uno specchio per le allodole. Mentre quelli si dicevano chissà cosa, fuori dallo stadio si consumava un'inaudita violenza, fisica e psicologica, contro chi, semplicemente, segue una fede calcistica piuttosto che un'altra. La follia più grande, tuttavia, sta nelle parole di chi non condanna chi di quei disordini era parte, ma chi (magari) per legittima difesa ha preferito evitare un pestaggio e ricorrere alla pistola. Con questo non voglio dire che chi ha sparato ha ragione e chi era disarmato torto, dico solo che la verità, come sempre, sta nel mezzo: chi è stato sparato non è solo un santo e chi ha sparato non è solo un carnefice.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-73496631946485331762014-05-07T19:52:00.003+02:002014-05-07T19:53:27.271+02:00Creat(t)ivi A LavoroL'associazione ITAL di Bari in collaborazione con l'associazione Venti di Scambio di Conversano, promuove lo scambio culturale CREAT(T)IVI A LAVORO. Cerchiamo giovani tra i 18 ed i 25 anni pieni di creatività e spirito di iniziativa che vogliano prendere parte a questa magnifica esperienza.<br />
Dai ragazzi, non fatevi pregare!!!<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-tvzTR_9H9Ks/U2py3eck-DI/AAAAAAAADo4/SRR4fA1-S5Q/s1600/Immagine+locandina+scambio.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://1.bp.blogspot.com/-tvzTR_9H9Ks/U2py3eck-DI/AAAAAAAADo4/SRR4fA1-S5Q/s1600/Immagine+locandina+scambio.jpg" height="320" width="234" /></a></div>
Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-41292500891399335382014-03-23T14:34:00.001+01:002014-03-23T14:34:33.786+01:00CAPAREZZA - NON ME LO POSSO PERMETTERE - VIDEO UFFICIALE<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="//www.youtube.com/embed/umUmQgkgFT8" width="480"></iframe><br /><br />
<br /><br />
La domanda è: quanti di noi davvero hanno detto almeno una volta NON ME LO POSSO PERMETTERE? Si parla di giovani disoccupati con tablet, smatphone e IWatch di ultima generazione. A questi giovani la terra farei zappare, altro che posti da dirigenti laureati.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-12057771215827124572014-02-19T19:43:00.001+01:002014-02-19T19:43:36.040+01:00Invisibili - Cristiano De AndréIeri ho visto la prima serata di Sanremo. Quest'anno ci sono dei bei pezzi, con qualche eccezione (per la Ruggiero per esempio) e delle proposte un po' meno mainstream degli altri anni (come i Perturbazione o Frankie Hi-NRG), ma l'unico pezzo che secondo me valeva la pena ascoltare e premiare era proprio Invisibili. E' vero, chiunque senta De André fa subito riferimento a Fabrizio, il mito, la leggenda. Ma Cristiano è di più. Cristiano vive in un periodo dove non basta parlare di disagio o raccontare novelle per fare storia, specie perché è un periodo che porta l'ombra di Fabrizio, Pierangelo e tanti come loro, che i messaggi li hanno dati, li hanno scalfiti nelle menti e nei cuori di una generazione che adesso si trova persa in quegli stessi ricordi. I fan di oggi di De André padre possono solo immaginare cosa sia stato quel periodo, cosa quelle note abbiano potuto esprimere ed imprimere nei cinquantenni di oggi e nei ventenni di ieri. Noi, i ventenni di oggi, dobbiamo far fatica a pensare cosa volesse dire La guerra di Piero o Via del Campo per quei ventenni che la ascoltavano su 33 giri, per quelli che il disagio lo vivevano e lo combattevano in solitudine o nei circoli di rifondazione, e non su Facebook. Però Cristiano ci fa vivere un'emozione diversa: la consapevolezza di essere soli. Questo brano mi ha emozionata fin da subito, per l'interpretazione profonda che ne ha dato l'artista e per il messaggio che mi ha trasmesso. E' dura dover affrontare la vita come Figlio Di e non come semplicemente Te Stesso. Per questo lo chiamo Cristiano, perché questo pezzo è un plauso a lui, non a chi gli ha dato la vita. Godetevelo.<br />
<br />
<br />
Tu abitavi in via dell’amore vicendevole<br />
E io qualche volta passeggiavo da quelle parti lì<br />
Il profumo dell’estate a volte era gradevole<br />
E le tue medagliette al merito sul petto brillavano<br />
Brillavano molto più dei miei lividi<br />
Tu camminavi nell’inquietudine<br />
E la mia incudine era un cognome inesorabile<br />
Un deserto di incomunicabilità<br />
Tu eri laureato in danni irreversibili<br />
[che la droga provoca al cervello<br />
Io un po’ di questo un po’ di quello<br />
In fondo niente di veramente utile<br />
Tu eri bravissimo a specchiarti nelle vetrine<br />
Io altrettanto a svuotare le cantine<br />
Per noi amici, pochi amici, pochissimi amici<br />
Tu eri fortissimo a inventarti la realtà<br />
Io liberissimo di crederla o non crederla<br />
E ho sempre sperato che qualcuno un giorno<br />
Potesse parlare male di noi<br />
Ma eravamo invisibili, talmente invisibili che non ci vedevamo mai<br />
Stu ténpu<br />
Ch’u s’è pigiòu a beléssa e u nòstru cantu<br />
Pe ripurtane inderée sénsa ciü un sensu<br />
Ma òua che se vedemmu<br />
Dumàn tüttu u cangiàa<br />
Tu abitavi in via dell’amore vicendevole<br />
E io avevo preso una stanza in affitto<br />
da quelle parti lì<br />
Io dimostravo fondamentalmente i miei anni<br />
Tu ormai non sapevi più quali fossero i tuoi<br />
Perché a Genova si moriva a vent’anni<br />
Ma senza diventare mai, mai degli eroi<br />
Coi tuoi separati a colpi di calibro trentotto<br />
E i miei tenuti insieme dalla speranza per l’umanità<br />
Noi sempre oltre ogni limite<br />
Quel limite era una scommessa da non perdere mai<br />
Tu eri bravissimo a ballare sulle rovine<br />
Io altrettanto a rubare comprensione<br />
Di noi amici, pochi amici, pochissimi amici<br />
Tu eri fortissimo a inventarti la verità<br />
Io liberissimo di crederla o non crederla<br />
Io ho sempre sperato che qualcuno un giorno<br />
Potesse accorgersi di noi<br />
Ma eravamo invisibili, che non ci vedevamo mai<br />
Stu ténpu<br />
Ch’u s’è pigiòu a beléssa e u nòstru cantu<br />
Pe ripurtane inderée sénsa ciü un sensu<br />
Ma òua che se vedemmu<br />
Dumàn tüttu u cangiàa<br />
Stu ténpu<br />
Ch’u s’è pigiòu a beléssa e u nòstru cantu<br />
E u l’à ripurtòu inderée sensa ciü un sensu<br />
Ma òua che ghe vedemmu<br />
Dumàn tüttu u cangiàa<br />
<div>
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Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-74428040735944086572014-02-16T12:47:00.001+01:002014-02-19T19:44:53.008+01:00Vix: il preventiquattresimo - Quando hai toccato il fondo, puoi sempre cominciare a scavare<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="//www.youtube.com/embed/b79b2ctqX8g" width="480"></iframe>Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-39900221187887830032014-01-13T18:53:00.000+01:002014-01-13T18:53:46.681+01:00Desirée - Samuele BersaniDesirée torna in sé dopo un sogno<br />
Svegliandosi tra gli scoiattoli di una città<br />
Su una panchina aspetta l'autobus<br />
E si strofina le mani dal freddo che fa<br />
È una mattina in cui le nuvole battono i taxi in velocità<br />
E le altalene si credon libere di dondolare per propria volontà<br />
<br />
Desirée conta sei semafori, otto fermate per scendere<br />
Intanto si fa un viaggio muto con chi ha di fronte e quasi si dimentica della realtà<br />
Per tre fermate ha avuto un complice, un cavaliere pronto a difenderla dai draghi alati<br />
<br />
Desirée torna in sé dopo questo ennesimo saggio di danza con la fantasia,<br />
S'incammina in mezzo agli alberi sotto a una pioggia di pezzi di fotografia<br />
In un parcheggio sotterraneo tiene un sasso in mano e accelera un po'<br />
È uno spavento solo momentaneo che si dissolve in un gas di scarico<br />
<br />
Desirée sulle scale mobili mentre una radio lontana trasmette "Fast Car"<br />
È circondata da soli uomini tutti replicanti di un'unità<br />
Ma se il deserto prevede un'oasi ecco che da lontano ne vede già i confini...<br />
<div>
<br /></div>
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<br />
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/GTB15ny5MM4" width="420"></iframe></div>
Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-21886298516069777122014-01-09T19:45:00.000+01:002014-01-09T19:46:24.744+01:00...and happy new yearMentre i giornali si fiondano sulle mirabolanti imprese di Schumacher sugli sci, caduto per aiutare una bambina scivolata a terra, una puerpera nel parto e una anziana donna ad attraversare la strada, noi ci fiondiamo a piè pari sull'ultimo film di Luca Miniero (il regista di Benvenuti al Sud per intenderci): Un Boss In Salotto.<br />
La trama è abbastanza scontata, in alcuni tratti lenta e macchinosa, la Finocchiaro è insopportabile come non mai, Luca Argentero il poveruomo della situazione e la Cortellesi ha un accento bergamasco che ti fa voglia di incendiare il verde della bandiera tricolore. E poi c'è Rocco Papaleo. Il boss che dovrebbe essere napoletano ma che con infaticabile tenacia non riesce a staccarsi dalla sua adorata Basilicata. Non fraintendetemi, a me piace Papaleo, ma non parla così un boss della camorra (o presunto tale). Domande ce ne sono molte, come ad esempio il motivo per cui due fratelli, cresciuti in orfanotrofio, abbiano cognomi diversi, o la scelta dello sceneggiatore di iniziare ogni giornata con il training autogeno mirato alla vittoria e al successo nella vita (che poi il figlio grande abbusca regolarmente e la figlioletta cicciottella è un'inetta è un altro paio di maniche). Mi potreste dire: "Se volevi vedere un film preciso, ti andavi a vedere qualche bel mattoncino di Pupi Avati" e avreste pure ragione. Nutrivo troppe aspettative in una classica commedia italiana senza tette, culi e parolacce.<br />
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Chiedo venia.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-38799312038143849562013-12-05T23:27:00.002+01:002013-12-05T23:27:52.996+01:00Frank Zappa si sta rivoltando nella tomba<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-_lDi4MUXohg/UqD9tWGftkI/AAAAAAAADEw/m5kW-a27opg/s1600/zapp.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="http://2.bp.blogspot.com/-_lDi4MUXohg/UqD9tWGftkI/AAAAAAAADEw/m5kW-a27opg/s320/zapp.jpg" width="320" /></a></div>
<br />Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-49944243081417541502013-11-27T23:14:00.000+01:002013-11-27T23:14:37.907+01:00DecadanceUn pezzo per un giorno memorabile.<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="//www.youtube.com/embed/rk5ZQz93iGY" width="560"></iframe>Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-44554540263111696012013-10-29T17:16:00.002+01:002013-10-29T17:18:02.629+01:00Disinformare per resistere<a href="http://www.internazionale.it/news/europa/2013/10/29/gli-zingari-che-non-rubano-i-bambini/">http://www.internazionale.it/news/europa/2013/10/29/gli-zingari-che-non-rubano-i-bambini/</a><br />
Un ottimo articolo di Internazionale, che ci dà la notizia che i due rom accusati di aver rapito la biondina con gli occhi azzurri in realtà sarebbero potuti essere persone se non innocenti, almeno in buona fede. E, ovviamente, il tg non ci dice come sono andate le cose. La società continua a riempirsi di stereotipi e a imbigottirsi alla velocità dell'Ansa.
Bella roba, davvero.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-58110934733508738332013-09-25T23:51:00.000+02:002013-09-25T23:51:09.570+02:00SkydriveHo appena appurato la fregatura del sistema Skydrive di msn. Ho una reflex Canon 600D che fa delle foto mostruose. Le carico sullo Skydrive e quando le vado ad aprire equivalgono a scatti di una compatta di quart'ordine. RIDATEMI I MIEI PIXEL, BRUTTI STRONZI.Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-87910435732372266362013-08-15T13:52:00.001+02:002013-08-15T13:54:11.058+02:00Fb danneggia gravemente te e chi ti sta intornoFacebook ci fa sentire tutti più vicini agli amici, anche quando viviamo a molti chilometri di distanza, e soddisfa il bisogno di connessione con il mondo. Ma non ci aiuta a stare meglio. Più usiamo il social network e più intacchiamo il nostro benessere. La felicità diminuisce ad ogni clic. Ad affermarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Plos One. «In teoria Facebook fornisce una risorsa inestimabile per soddisfare il basilare bisogno umano di connessione sociale – spiega Ethan Kross dell’Università del Michigan, autore principale della ricerca – ma piuttosto che migliorare il benessere, provoca il risultato opposto: lo mina». Certo, la diminuzione di contentezza è piccola (gli autori lo precisano nelle conclusioni), ma evidente. Di conseguenza va considerata. Non dimentichiamo che il benessere è direttamente collegato alla longevità e ad altri fattori psicofisici. La preoccupazione è che la Rete sociale diventi deleteria nel tempo. Che possa in qualche modo logorare le persone con il passare degli anni. News, pensieri, foto, commenti, chat. Tutto finisce online sul nostro profilo, come se non ne potessimo fare a meno. Fb è il social più amato: gli account sono circa un miliardo e oltre 500 milioni di persone postano o interagiscono ogni giorno. Eppure, nonostante i grandi numeri, e la moltitudine di studi sul social (oltre 400) soltanto pochi ricercatori hanno indagato sulla questione «comportamento e felicità».<br />
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L'ESPERIMENTO - Per testare l’ipotesi il team di ricerca ha chiesto a 82 giovani di età media intorno ai 20 anni (i più attivi) di usare Facebook come d'abitudine (spesso), dopo averli dotati di smartphone. Tutti hanno dovuto rispondere a cinque domande, inviate con un messaggio per cinque volte al giorno in un periodo di due settimane. Nessun orario fisso: il questionario poteva arrivare dal mattino fino a mezzanotte. Le cinque domande erano sempre le stesse: Come ti senti in questo momento? Quanto sei preoccupato adesso? Quanto hai usato Facebook l’ultima volta che te lo abbiamo chiesto? Quanto hai interagito direttamente con altre persone dall’ultima volta che te lo abbiamo chiesto? E per concludere: Dicci quanto sei soddisfatto. Più le risposte si avvicinavano al momento in cui avevano aperto il social network e più prendevano una brutta piega. Una diminuzione della felicità è stata evidenziata persino alla fine dell’esperimento. Addirittura alcuni partecipanti hanno abbandonato il social network.<br />
INVERTIRE LA TENDENZA - Non c’è invece alcun legame tra Facebook e solitudine o cattivo umore. E’ vero che si tende a entrare nell’account quando si è soli, ma questo non significa che accade quando si è di malumore o insoddisfatti. Come si può invertire la tendenza a buttarsi giù post-Fb? Semplice, basta dare appuntamento «fisico» agli amici: vedersi faccia a faccia stimola il sorriso. Adesso i ricercatori si chiedono: le stesse conclusioni valgono anche per Twitter &co.? Secondo Kross è sbagliato generalizzare. Ogni rete sociale ha una storia e meccanismi diversi. Per lui il prossimo passo sarà verificare come ci fanno stare gli altri social e qual è l’effetto su target di età diversa<br />
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http://www.corriere.it/scienze/13_agosto_15/facebook-mina-felicita_66881934-0561-11e3-95f7-ac31e2b74e2c.shtmlVix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4442256594690651235.post-18538966244159263472013-07-19T16:40:00.001+02:002013-07-19T16:40:41.313+02:00Giovani e Spazi Urbani - Luoghi e non luoghi di aggregazione e cittadina...<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="270" src="//www.youtube.com/embed/vuhtMeXxPag" width="480"></iframe>Vix Chinaskihttp://www.blogger.com/profile/13198779183963741900noreply@blogger.com0