Ho avuto anche io 15 anni. Partiamo dal fatto che la droga c'è sempre stata, per chi è vissuto dagli anni 70 in poi nel nostro Paese. I nostri genitori, e a volte addirittura i nostri nonni, per chi ha avuto la fortuna di conoscerli, sono stati tra i primi a sperimentare le sostanze "proibite". Parliamo di anni in cui si cercava di oltrepassare i muri della percezione attraverso gli allucinogeni, di scappare dai problemi della vita con l'eroina o di concedersi una serata allegra tra amici con la canna passata a giro. Parliamo di anni in cui si moriva con una siringa nel braccio e le famiglie venivano rovinate dai debiti e dai sensi di colpa, situazioni in cui i genitori cercavano di dare tutti se stessi per tirare via i figli dalla merda andando a parlare con gli spacciatori per risparmiargli una coltellata. La DROGA era un mostro all'epoca, un figlio drogato era una piaga familiare.
Arriviamo all'inizio dei 2000's. Dicevo, ho avuto anche io 15 anni. Per motivi economici ed educativi non ho mai girato con grosse somme nel portafogli, ma conoscevo parecchie coetanee che di sabato sera avevano dai 50 ai 100 euro da "ammollare" alla discoteca di turno. Personalmente non ho mai speso soldi per la droga per due motivi fondamentali: i soldi venivano centellinati per pizzeria, cornetto, contraccettivi e benzina al motorino (non al mio, io giro e giravo ad elettricità) e soprattutto perché avevo paura delle conseguenze. Le mie coetanee di cui sopra erano ancora più cagasotto di me: conoscevano i ragazzi che tiravano, che fumavano, ma avevano paura di essere sgamate con le sigarette dai genitori, figuriamoci con la cocaina. Sarà per i nostri genitori che ci hanno messo in guardia, sarà perché per sballarci ci bastava fumarci l'Oki nel drum all'autogestione, dei nostri non è mai morto nessuno di droga. Incidenti stradali quanti ne volete, si sa che i giovani neopatentati sono delle teste di cazzo e nessuno lo discute, ma anche in quei casi gli sboroni erano pochi ed erano visti come imbecilli piuttosto che come eroi.
Quindi giungiamo ad oggi. Che cosa è cambiato? Faccio davvero fatica a capirlo. I ragazzi di oggi sembrano più svegli, più veloci rispetto a noi. Sembrano andare a tremila, ti sferrano mazzate di filosofia della vita da uomini di cinquant'anni e ti fanno sentire una deficiente quando non sai cos'è uno GNOMONE nonostante la tua laurea. Stanno connessi, stanno al passo con la moda (per quando ignobile), sono avanti. Eppure qualcosa non torna. Quando sei lì che pensi che l'evoluzione stia facendo il suo corso, succede qualcosa che ti fa immediatamente ritrattare tutto. Prima il Cocoricò, poi la ragazza siciliana: adolescenti che si calano due pasticche e buonanotte al secchio.
Dove finisce tutta la furbizia? Tutto quell'acume che si sbatte in faccia a noi quindicenni d'altri tempi evapora nei fumi dell'alcol e nell'odore nauseante di una discoteca iperfrequentata? E badate, esistono migliaia di esemplari di adolescenti più o meno acuti e superficiali che si limitano a vivere la propria vita con i propri amici, con qualche bicchierino ogni tanto, conservando intatti i propri limiti morali o a seguire almeno il proprio istinto di conservazione. Nessuno pretende che siate tutti scienziati, dottori o avvocati: ci sta essere "ingenui", lasciarsi trasportare ogni tanto perché avete pur sempre 15 anni, ma cazzarola, almeno quando si tratta di voi stessi, abbiate cervello.