Ho vissuto.
Ho scritto una storia.
Questa storia sarebbe potuta diventare un libro.
Ho partecipato ad un concorso.
Ho vinto.
Mi hanno pubblicato il libro.
È uscito ufficialmente il 29 maggio.
Sembra una passeggiata detta così, ma nella realtà c'è molto di più. Ci sono emozioni contrastanti, gioia, timore, voglia di riscatto e paura di non farcela. C'è la frustrazione di un titolo diverso, i mille problemi su ciò che la gente penserà di me dopo averlo letto, le reazioni di chi si sente chiamato in causa. Tutto questo sommerso, però, ne vale la pena. Condividere il racconto con delle persone è la cosa più rilassante che mi sia mai capitata. Mi ha aiutata a spogliare il romanzo dei significati personali che gli avevo attribuito e a farlo diventare qualcosa di nuovo. Mi ha fatto capire che ho un mio stile di scrittura che è cambiato nel tempo, ho un genere che mi scorre nelle vene e viene fuori quasi senza volere, ho storie da raccontare e cose da dire che qualcuno paga per poter leggere e nessuno vuole che mi fermi. Facile a dirsi. Come si può fare qualcosa di così bello, nato da qualcosa di altrettanto bello, ma letale senza sentirsi ridondanti? Senza che nella testa mi tornino le stesse frasi, gli stessi "Lui che mio non è mai stato", le stesse storie tristi? Si può, certo. Con l'esercizio, come Paolo. Lui è alla sua ennesima pubblicazione e il metodo con cui scrive mi fa pensare che forse meritasse di vincere più di me, perché l'esercizio va premiato più dell'ispirazione (forse). O forse non è così, forse scrivere seguendo dei ritmi, delle cadenze narrative, dei modi, dei tempi, delle regole limita l'essenza della scrittura stessa. Credo più a questa ipotesi, per ciò che mi riguarda. Scrivere è libertà di dire, di pensare, sognare, immaginare, libertà di fare finta. È in questo che tutto prende forma e senso, nella possibilità di essere dove vuoi, come e quando vuoi senza muoverti dalla scrivania. Potrei parlare di mondi fantastici, di draghi e principesse, sognare Narnia o la Terra di Mezzo, chi me lo impedirebbe? La mia scrittura, il mio stile è questo. Estremo a volte. Altre noioso, ripetitivo, ma è mio. Se piace, piace. Altrimenti non comprate il mio libro.
Per inciso, è un noir erotico. Niente draghi.