Ovviamente non sto dicendo di formare una Onlus per togliere gli adolescenti dalla strada o da chissà quale male oscuro nascosto nelle caramelle date dagli sconosciuti o nelle sigarette simpatiche. È necessario aiutarli a salvarli da sé stessi. Abbiamo vissuto due anni di pandemia. Due anni in cui le vite di tutti sono state messe in pausa e rimandate a momenti migliori. Qualcuno in quei due anni avrebbe voluto innamorarsi, conoscere il mondo, crescere. Lo stesso qualcuno ha fatto lezione a distanza, ha visto i suoi compagni di classe per due o tre mesi in due anni, ha perso di vista quei contatti con cui magari aveva iniziato ad uscire. Qualcun altro ha aperto un canale Twitch e magari ha fatto della sua passione un lavoro o quantomeno un lavoretto, un'attività redditizia. Qualcuno ha messo le proprie creazioni su OnlyFans e qualcun altro ha messo sé stesso su OnlyFans. I ragazzi hanno riabilitato la figura del Sex Worker, sono aperti a nuove sperimentazioni sessuali, sono liberi di essere poliamorosi, bisessuali, queer, di vivere apertamente sentimenti intensi e conoscono meglio di noi il mondo degli adulti.
Ma. C'è un ma. Sono estremamente fragili. Le loro personalità eclettiche, singolari, originali sono eccezionalmente flessibili, ma si spezzano altrettanto facilmente. L'insicurezza, il cambiamento portato dall'adolescenza è stato acuito dai due anni di Covid, portando delle cicatrici invisibili a occhio nudo. La paura di restare soli, di essere inadeguati, di dire la cosa sbagliata e attirare l'attenzione su di sé terrorizza gran parte dei ragazzi più giovani. Molti di loro trovano rifugio nelle chiacchiere a tarda notte con amici online, ma qualcun altro non è così fortunato. Sentirsi soli, proprio ora che si avrebbe la possibilità di star bene con gli altri, implica un dolore doppio, di rinuncia e rimpianto. Ovvio, continuano ad esistere gli stronzi che mettono in giro pettegolezzi e malelingue, i bulli, le combriccole di ragazzine piene di sé con la puzza sotto il naso, come quelle che c'erano quando avevo 15 anni, ma adesso si offende su Tellonym. Per fortuna, non sono loro la maggior parte.
Cerchiamo di dar loro ascolto. Sono una grande risorsa e li stiamo abbandonando a sé stessi, tra genitori che sognano di diventare influencer e nonni che abbordano ragazzine su Facebook o su Subito.it.